Corradi&Ghisolfi annuncia la partnership con Penetron®

Abbiamo scelto Penetron® per migliorare le caratteristiche del calcestruzzo utilizzato nelle strutture soggette ad aggressione chimica quali digestori e silos orizzontali.

L’esperienza maturata nella manutenzione di impianti biogas, ha dimostrato quanto da sempre sostenuto da Corradi & Ghisolfi, cioè che un calcestruzzo con classe di resistenza inferiore ha una maggiore resistenza all’aggressione chimica.
Infatti, dopo alcuni anni di esercizio, è dimostrato che le strutture costruite con CLS RCK 45 XA3 (per ambienti aggressivi), hanno una durata inferiore a quelle proposte da Corradi e Ghisolfi con RCK30 XC2 (ridotto rischio corrosione), inquanto, una maggiore resistenza alla compressione, produce un effetto contrario al obbiettivo desiderato di resistere maggiormente all’attacco dell’acido solfidrico.
È risaputo che, un calcestruzzo ad alta resistenza, perde di elasticità, aumentando le microfessurazioni superficiali.
L’azione corrosiva dell’acido solfidrico, avviene quindi da più direzioni, inquanto questo si va ad insinuare all’interno della superfice microfessurata, causando lo sgretolamento della superfice esposta.
Ripetuti test eseguiti additivando il calcestruzzo delle pareti con Penetron® Admix hanno dimostrato l’efficacia di questo prodotto per l’effettivo miglioramento alla resistenza all’aggressione chimica.
Il Sistema Penetron® Admix è una tecnologia “integrale”, interessa infatti l’intero spessore del manufatto e assicura maggiore durabilità dell’opera nella vita di esercizio.
Viene aggiunto come additivo al “mix design” del calcestruzzo in fase di confezionamento, in ragione dell’ 1% sul peso del cemento, fino ad un massimo di kg/mc 3.6.
I principali punti di forza del Sistema Penetron® sono:

  • Capacità di ridurre la porosità residua del calcestruzzo (anche ad alti rapporti a/c), impermeabilizzare e proteggere la struttura anche in caso di aggressioni chimiche
    (secondo UNI EN 12390/8, UNI EN ISO 10545/13)
  • Capacità di catalizzare l’elemento solubile della matrice in calcestruzzo, garantire l’ambiente alcalino e migliorare la resistenza a carbonatazione (secondo BS8500,BS EN 206:2013)
  • Capacità di ridurre il ritiro igrometrico rispetto al campione non trattato (secondo UNI 6555)
  • Capacità di resistenza ai cloruri con un coefficiente ALFA migliorativo rispetto ad un calcestruzzo non trattato (secondo FIB 34, BS8500)
  • Autocicatrizzazione delle fessure e della porosità residua, con la tipica crescita cristallina in grado di sigillare fessurazioni di ampiezza fino a 0,4 mm (secondo UNI EN 12390-8) – Questa caratteristica denominata “Self-Healing” garantisce un fenomeno attivo nel tempo che garantisce impermeabilità e durabilità delle strutture e un aumento della vita utile.
  • Costi contenuti in rapporto a protezioni superficiali con resine epossidiche o altro.